Amadeus

Pubblicato in Riflessi d'Arte

 

"AMADEUS"

Concerto monografico su Wolfgang Amadeus Mozart.

Orchestra Filarmonica Campana, direttore Giulio Marazia.

Coro Collegium Vocale Salernitano, direttore Ivan Antonio.

Programma:

Sinfonia n. 29 in la maggiore, K 216.

Non più andrai farfallone amoroso (da “Le Nozze di Figaro”), Angelo Corrado, baritono.

Voi che sapete (da “Le Nozze di Figaro”). Giusy Luana Lombardi, Soprano.

Non siate ritrosi (da “Così fan tutte”), Angelo Corrado.

Là ci darem la mano (dal “Don Giovanni”), Angelo Corrado, Giusy Luana Lombardi.

Divertimento in re maggiore, K136.

Laudate Dominum (Vesperae Solemne De Confessore), Collegium Vocale Salernitano.

Ave verum corpus, Collegium Vocale Salernitano.

Osservare l'arte musicale di Wolfgang Amadeus Mozart, significa riassumere il cammino della musica del diciottesimo secolo. Mozart è stato un inesauribile assimilatore di tutte le mode e gli stili, dai compositori più celebri fino ai più sconosciuti. Ogni genere musicale viene trasfigurato in una nuova sintesi.

La Sinfonia n. 29 in la maggiore K 201 mostra caratteri quasi programmatici, con una conciliazione inedita dello stile “dotto” (contrappuntistico) con quello “galante”. L’ambientazione del primo movimento caratterizzato dalla particolare tornitura della frase, con il salto di ottava e le appoggiature, le imitazioni al basso, la veste timbrica intimistica, la preziosità cameristica della cura del dettaglio, rappresentano una nuova conquista espressiva per il compositore. Anche l’Andante, con gli archi in sordina e il Minuetto, segnato da netti contrasti dinamici, mostrano una partecipazione che esorbita dai limiti degli stilemi consueti per tali movimenti. Il Finale presenta un “chiassoso” tema da Sinfonia italiana; ma la sezione di sviluppo è di estensione insolita e viene condotta attraverso implicazioni quasi drammatiche, secondo un tratto tipico dell’autore maturo.

L'incontro di “Amadeus” con il librettista Lorenzo Da Ponte genera la cosiddetta trilogia italiana, composta da “Le nozze di Figaro" (1786), “Don Giovanni" (1787) e “Così fan tutte" (1790), considerata tra i massimi capolavori della storia della lirica. In queste tre partiture tutto sembra procedere secondo le più rispettose regole del tempo ma, ad un più attento esame, questi schemi vengono superati, trascesi dalla necessità di far procedere il dramma che, il compositore salisburghese, nasconde anche nel carattere dei suoi personaggi e che scaturisce dal ministero esistenziale del rapporto dell'uomo con se stesso.

Lo stile sacro dell'ultimo Mozart (Ave verum corpus e Laudate Dominum) è ispirato alle riforme imposte dall'imperatore Giuseppe II, per le quali la musica sacra doveva essere sobria e di facile comprensione. Così, il mottetto K. 618, si riallaccia alla grande tradizione italiana del mottetto polifonico, ma con una disadorna semplicità espressiva. Troviamo nelle appena 46 battute di questo piccolo e preziosissimo gioiello, una scrittura corale omofonica e attentissima al significato della parola, una ricerca di timbri tersi e delicatamente sommessi.

M° Giulio Marazia

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